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Una passeggiata nel verde che attraversa più di 1500 anni di storia e lunga quasi un chilometro. Dopo diciotto anni è stato riaperto il percorso lungo le pendici del Palatino che digradano verso il Circo Massimo. Il Parco archeologico del Colosseo amplia ulteriormente gli spazi di visita dell’area archeologica, riqualificando un percorso fortemente simbolico: il fronte del colle dove Romolo fondò la città nel 753 a.C. e dove, ancor prima, secondo il mito, la lupa allattò i due gemelli.

Lungo il percorso si costeggiano le residenze imperiali, dalla Casa di Augusto al complesso dei Severi del III secolo d.C. E sono proprio le possenti arcate del palazzo severiano a segnare con forza il paesaggio urbano della capitale e a caratterizzare il profilo delle pendici meridionali del Palatino. E poi fin qui, nel Rinascimento, si estendevano, gli Horti Farnesiani.

Si tratta di un luogo particolarmente rappresentativo già nell’antichità, stando alla leggenda virgiliana in cui Enea, fuggito da Troia, avrebbe attraversato queste pendici per salire al colle accolto dal vecchio re Evandro. Lungo il percorso sorge anche, nel punto di maggiore altezza, il Tempio della Magna Mater, oggi contrassegnato da imponenti lecci.

L’itinerario si snoda in un paesaggio naturale di grande fascino. I cespugli di acanto, dalle foglie dentellate, riprodotti anche sui capitelli corinzi dei monumenti, le ginestre, la rosa canina rampicante, la malva, il rosmarino, la menta e le piante di cappero caratterizzano oggi, come allora, il sentiero ombreggiato da pini e cipressi. Aree attrezzate sono a disposizione per soste caratterizzate da scorci suggestivi.

In questo progetto mito, storia e natura accompagnano il visitatore lungo un percorso che riunisce finalmente la valle del Foro Romano al fronte più esterno del Palatino: la valle Murcia che lo separa dall’Aventino.