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Museo del Colosseo

I graffiti dell’Anfiteatro con scene di caccia

Nei graffiti sono spesso raffigurate anche scene di caccia o combattimenti tra animali. Nei primi tre secoli dell’Impero le cacce potevano essere particolarmente ricche di attrazioni sia per i mirabolanti paesaggi che apparivano all’improvviso dai sotterranei, che per le migliaia gli animali spesso esotici coperti di ornamenti, oltre che per gli sfarzosi i costumi dei cacciatori, di solito armati di sole lance.

I Romani distinguevano gli animali tra erbivori e carnivori. Tra i primi, possiamo annoverare cinghiali, cervi, camosci, lepri; tra i secondi sono famosi quelli africani (bestiae Africanae).

Nel II secolo d.C. l’Oriente mediterraneo e l’Africa del Nord furono per l’Italia le principali fonti di rifornimento. Durante l’Impero l’Africa soppiantò la Siria, fornendo felini, elefanti, iene, onagri, antilopi, gazzelle, struzzi, orsi. Dall’Egitto provenivano ippopotami, rinoceronti, coccodrilli, dall’ Alto Egitto e dall’Etiopia giraffe e scimmie, tigri dall’India. Le Province europee fornivano orsi, catturati in Spagna e Dalmazia; la Gallia inviava alci, lupi e orsi. Dai monti dell’Italia giungevano cervi, caprioli, cinghiali, volpi, lupi, orsi, lepri e tori.