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Museo del Colosseo

La vita sulle gradinate dell’Anfiteatro. Gli oggetti degli spettatori

Nelle giornate dedicate ai giochi nell’anfiteatro gli spettatori, che affollavano le gradinate in attesa di assistere agli spettacoli, si tenevano impegnati nelle più varie faccende.

I piccoli oggetti esposti nelle vetrine del Museo restituiscono l’immagine di un anfiteatro vociante e caotico e invitano a spostare il nostro sguardo dai grandi campioni della gladiatura alla gente comune.

Oltre a intrattenersi con scommesse e giochi di società (come mostrano i dadi e le pedine in osso e pasta vitrea, in alcuni casi anche ritagliate dalle pareti delle anfore, usate su tabulae lusoriae incise), gli spettatori si ristoravano con il cibo, consumato su piatti e talvolta addirittura preparato, o per lo meno riscaldato sul posto, come sembra dimostrare un frammento di fornello in ceramica. Come racconta il poeta Marziale (Martialis, Ep., VII, 20) e i resti lo confermano, il menù era molto vario: principalmente carne (caprovini, pollame, bovini e soprattutto suini), pesce (ostriche, telline) e frutta (noccioli di ciliegie, pesche, susine ,datteri, semi di melone, frutta secca).

A fine pasto potevano risultare utili piccoli stuzzicadenti (dentiscalpia) in osso, atti anche a estrarre i molluschi, soprattutto telline, dalle valve. L’acqua non mancava, grazie all’abbondante presenza di fontane poste lungo i corridoi fino al III ordine; ancora Marziale (Martialis, Ep., II, 37) ricorda che si beveva vino ma in modo molto misurato: pare infatti che  si distribuissero gettoni per la somministrazione di una sola razione onde evitare ubriachezze moleste.

Sugli spalti, gli spettatori si dedicavano anche alla scrittura e alla musica: sono stati infatti rinvenuti alcuni stili in osso e un piccolo ciottolo ovale, provvisto di tacche, forse un plettro. Diffusa la pratica di incidere su gradini e pareti i nomi e i volti dei beniamini per immortalare i momenti più emozionanti degli spettacoli: sono stati trovati numerosi frammenti marmorei con raffigurazioni di caccie e combattimenti gladiatori.

Molto variegate erano anche le attività del pubblico femminile: chi filava con fuso e fuseruola, chi cuciva con aghi in osso, chi ritoccava il trucco con apposite spatoline o sistemava l’acconciatura, spesso talmente complessa da richiedere l’aggiunta di capelli posticci fermati con spilloni.

Perdere questi minuti oggetti, dal semplice ago ai più grandi vaghi di collana, era molto frequente, così che essi, alla fine della giornata di giochi, venivano spazzati via dagli inservienti e gettati nelle fogne che li hanno gelosamente conservati e restituiti a noi.